Archivio Autore: Jacopo Pogrom

I ne(g)ri ed altre importanti questioni sociali che allarmavano Amin Dada

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Categoria Le ultime lettere di Jacopo Pogrom

Erano circa le 1:30 e stavo adescando un’estetista illetterata ma dalle tette ipnotiche, nell’ostentata opulenza del Colle Bereto, zona dehors naturalmente, bevendo Singapore Sling con MDMA a parte, per nascondermi dalla brutale realtà di quello sfavorevole anno di Nostro Signore 2013 [omaggio], quando vidi passare un negro su uno scooter che aveva tutta l’aria di essere il mio.

In preda ad un immediato sospetto dettato da atavici pregiudizi razziali ho telefonato a Petru che mi ha subito rassicurato: non era il mio. Il mio era in giardino a tagliare l’erba.

Questo giusto per aprire con sbarazzina simpatia e salutare voi amati lettori dopo il mio lungo periodo di assenza, dovuta a vari motivi che non starò ad elencare perchè non ricordo le parole esatte del giudice. Read More »

Sachertorte

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Categoria Le ultime lettere di Jacopo Pogrom

Ho visto fame. Ho visto miseria. Ho visto gli orrori della guerra scolpiti sulle lapidi e sui corpi martoriati delle persone. Ho visto giovani donne vendere i loro corpi, precocemente invecchiati dalle privazioni, per poter sopravvivere. Ho visto bambini mutilati, arrancare sotto il sole cocente per chilometri, trasportanto a casa l’acqua dal pozzo più vicino.

Quindi non posso lamentarmi della mia vacanza in Africa Nera.

Specialmente di Saib, un bambino zoppo e senza un braccio che ogni giorno cammina più o meno due ore per portare a casa un secchio d’acqua potabile. Spassosissimo.

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Cani, Maometto e altra roba inopportuna

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Categoria Le ultime lettere di Jacopo Pogrom

Tempo fa, parlando con il padre di Petru, tra una sigaretta e un pompino da sua figlia incinta, ho scoperto che esiste un cospicuo giro di affari che gravita attorno ai combattimenti clandestini di cani. Così, forte del mio indubbio senso civico, ho adottato subito dieci cuccioli di Green Hill.

In questo momento si trovano in addestramento al campo paramilitare del caro amico Drusan Radavic, mercenario serbo fuggito dai Balcani dopo un malinteso a Srebrenica circa il riempimento di alcune fosse.

Le massicce dosi di ormoni e stimolanti stanno facendo il loro lavoro e presto i cagnolini saranno pronti per gli scontri seri. Capisco che, sulle prime, possa sembrare riprovevole imbottire un essere vivente di sostanze chimiche di incerta composizione e somministrate in maniera approssimativa, per poi trascinarlo confuso la notte in qualche losco vicolo e offrirlo in sacrificio al divertimento di una moltitudine di brutti ceffi dalla dubbia moralità.

Ma suvvia, siamo seri. Chi non ha mai fatto lo stesso dopo aver versato di nascosto dello Zolpidem nel gintonic di una turista americana?

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Il guappo, lo scemo e il tardivo

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Categoria Le ultime lettere di Jacopo Pogrom

Successe che un giorno un bambino cominciò ad andare a scuola e, confrontandosi per la prima volta con i coetanei, scoprì di essere diverso, incontrando seri problemi di comprensione, apprendimento e relazioni sociali. Non è dato sapere se fossero conseguenza di forte deficit intellettivo, devianze psicologiche o sviluppo difficile, dovuto ad un ambiente domestico particolarmente degradato. Molto probabilmente, si trattava di una buona commistione delle tre concause.

Fatto sta che fu alfine deciso di assegnargli un’insegnante dedicata, ascrivendolo ufficialmente al pubblico registro dei bambini scemi.

Gli anni passavano e, non più bambino ma ormai adolescente, era sempre più conscio della sua invalidante inadeguatezza, inanellando un fallimento dietro l’altro, sul campo degli studi, del lavoro, dei rapporti con l’altro sesso e di qualunque tipo di attività sociale o intellettiva.

Solo, deriso ed emarginato dalla società, scoprì infine un luogo dove gli svantaggiati come lui si ritrovano periodicamente per sentirsi liberi di dare sfogo ai propri elementari istinti di rivalsa, in un collettivo amalgama di latente omosessualità: lo stadio.

Questo è grossomodo ciò che immagino essere il background biografico dell’ultrà medio, se escludiamo le molestie sessuali subite dallo zio.

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Torni a bordo, cazzo!

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Categoria Le ultime lettere di Jacopo Pogrom

 

Guardati, fai schifo! Sei uno spregevole e inutile rifiuto! Non vali neanche lo sporco che ho sotto la suola delle scarpe! Spero di vederti morire, disgustoso lurido verme strisciante senza dignità!

Con queste parole, quella insensibile concluse il carico di offese che mi urlava sadicamente addosso da almeno venti minuti. Dopodichè mi sputò in faccia con disprezzo e mi colpì a tradimento con una ginocchiata tra le gambe. Sentii una terribile esplosione di dolore al basso ventre e crollai a terra svenuto.

Ripresi conoscenza dopo circa un quarto d’ora, sdraiato nudo sul freddo pavimento e pieno di lividi ovunque. Mi alzai dolorante togliendomi la ball gag (per voi ignoranti), mi rivestii, pagai la Sadika Mistress e me ne andai discretamente soddisfatto.

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Gabbato

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Categoria Le ultime lettere di Jacopo Pogrom

Ho passato il pomeriggio dell’ 11/11/11 mollemente sbracato sul sofà del mio salotto, dando indolenti boccate ad una ininterrotta serie di sigarette e cercando, con malcelata noia, di dimostrarmi interessato all’apologia che la madre del Gabbo mi stava facendo del suo bravo figliuolo. Dopo un pistolotto di un’ora con cui aveva cercato di convincermi a farmi una famiglia. Tutto questo mentre io fantasticavo su Gheddafi che limona duro col papa, tastandogli il culaccio grinzoso.

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-Il mio povero bambino… ucciso da un pazzo assetato di sangue…

-Su… fatti forza, madre del Gabbo. Nonostante mi rivolga a te, appellandoti in modo generico e impersonale, principalmente perchè non ho la benchè minima idea di come cazzo ti chiami, posso assicurarti che ti capisco e ti comprendo con tutto il cuore. Uno dei miei cinque bambini è venuto a mancare proprio sette giorni fa.

-Ma Jacopo, tu non hai bambini.

-Hai guardato in cantina?.
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Malasanità

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Categoria Le ultime lettere di Jacopo Pogrom

-Signor Pogrom, credo di poter ritenere, con un discreto margine di sicurezza, che lei stia abusando del servizio sanitario pubblico, per trarne un qualche tipo di perverso appagamento sessuale!

-Ma dottore, lei per primo mi insegna l’importanza del controllo della prostata, quale indispensabile strumento utile alla prevenzione.

-Signor Pogrom, dall’inizio del mese, è la terza volta che viene a farsi controllare la prostata.

-Comprenderà dottore che la mia ipocondia, mi porti forse ad esasperare la regolarità dei controlli, ma questo nulla toglie alla loro assoluta necessità, sempre più spesso ribadita dall’intera comunità medica.

-Signor Pogrom, per quale motivo indossa un perizoma leopardato e un anello di cuoio nero stretto alla base del pene e dei testicoli, tanto da farli diventare entrambi viola porpora?

-Arrivederci dottore.

-Arrivederci signor Pogrom.

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Fu così che il dottore mi cacciò dal suo ufficio, sotto gli occhi di una dozzina di vecchie megere accalcate nella saletta d’attesa, che mi fissavano in silenzio con timoroso ma disgustato sdegno.

“Buona giornata signore!” salutai cordialmente, rimettendomi le mutande e i pantaloni.

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Foraggio

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Categoria Le ultime lettere di Jacopo Pogrom

ore 20:30
antipasto: crostini con confettura di cipolle dolci, patè di carote e semi di papavero

Sai, ti ricordo con nostalgia ai tempi del liceo. Ricordo la ragazza svagata e un po’ ingenua, ma di buoni sentimenti. Ricordo le ore spensierate passate insieme nei bagni della scuola, a parlare di tutto, fumando una sigaretta dietro l’altra. Ricordo quando corresti a piangere sulla mia spalla perchè il tuo fidanzatino ti aveva lasciata per la tua migliore amica. Ricordo le lunghe girate in motorino, sempre in due e sempre senza casco. Ricordo quando ti ubriacasti di brutto e mi telefonasti perchè ti venissi a prendere, senza sapermi minimamente spiegare dove ti trovavi. Ricordo le lunghe notti insonni prima dell’esame di stato, passate insieme tra studio, caffè è portaceneri ricolmi. Ricordo che dopo il diploma, per vari motivi, piano piano ci perdemmo di vista.

Sì, ricordo con nostalgia la mia cara amica dei giorni più lieti. Specialmente adesso che, neanche quindici anni dopo, scopro che si è trasformata in una intollerabile, irritante, imperdonabile ritardata del cazzo.

Scusami cara, ma non saprei in che altro modo definirti, dopo questa tua geniale trovata, gradita quanto Michele Misseri al ballo delle debuttanti.

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Sieg Heil, mein schwanz!

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Categoria Le ultime lettere di Jacopo Pogrom

Negli ultimi tempi ho avuto un po’ da fare. Tempo fa ho strangolato una biondina pugliese e l’ho gettata in un pozzo, così ultimamente sono stato occupato a scaricare la colpa sullo zio e la cugina. Spero che funzioni.

Comunque avevo bisogno di svagarmi, così sono uscito di casa e mi sono unito ad una manifestazione di estrema destra, indetta dal movimento Stärke und Ehre, aber ohne Negeren. Non giudicatemi male, non sono neofascista o neonazista. Odio il buonismo di quella gente.

Però vado a queste manifestazioni perchè sono il contesto migliore per agganciare donne frustrate e insoddisfatte, alla maniacale ricerca di attenzione e apprezzamento e che, per riceverli, farebbero di tutto. E fanno di tutto.

Sono il soggetto ideale su cui esercitare il proprio depravato istinto di predazione e su cui sfogare a briglia sciolta le proprie più perverse fantasie. Tutto ciò, rintuzzando qualunque rimostranza, facendo velatamente intendere  che la loro accondiscendenza è tassativamente indispensabile affinchè possano essere apprezzate ed accettate come donne.

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Ancorchè Io Documenti Spregioso

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Categoria Le ultime lettere di Jacopo Pogrom

Il mio amico Fulgenzio nutriva così poca fiducia in se stesso, che si metteva il preservativo prima di masturbarsi. Un giorno, ubriaco, se ne dimenticò e prese l’AIDS.

Ho vissuto la mia infanzia nel periodo del boom dell’AIDS, quando genitori, scuola e media ti terrorizzavano con spaventosi racconti di infidi omosessuali che scalpitano dalla voglia di contagiarti, drogati che lasciano a giro le siringhe per infettarti, malati in bianco e nero con una inquietante aura viola e ogni genere di terrificanti aneddoti studiati apposta per traumatizzare i bambini. D’altro canto era puro terrorismo psicologico, utile più a terrorizzare e traumatizzare i bambini, che a fornire loro le  informazioni necessarie a conoscere ed evitare il  prodotto best seller di esportazionea dell’Africa Nera.

Capisco che sia estrememente divertente terrorizzare i bambini, ma era intollerabile la totale mancanza di informazioni. Quando a scuola ci parlarono per la prima volta del preservativo, si limitarono a dirci che serve a proteggersi dall’AIDS, omettendo totalmente di spiegarci cosa fosse e come si usasse. Ricordo che passai un mese a ingoiare un preservativo al giorno, prima che qualcuno mi spiegasse che andava srotolato sul pene. Allora passai un altro mese a tenermelo infilato 24 ore al giorno, stretto sul cazzo con gli elastici, prima che qualcuno mi spiegasse che andava messo solo per fare sesso. Cosa che feci prontamente al mio primo rapporto sessuale, quella sera con Tamara, prima che qualcuno mi spiegasse che magari avrebbe dovuto metterselo “lei”.

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