…poi che se’ sì grande, che per mare e per terra batti l’ali, e per lo ‘
Dubito che il buon Dante immaginasse dopo più di 5 secoli dalla sua morte qualcuno gli avrebbe dedicato una statua nella sua Firenze. Ma soprattutto che, dopo un altro secolo e mezzo, la sua statua avrebbe funto da pisciatoio e nascondiglio per le scorte di droga di mori spacciatori venuti dal moscoso caldo.
Arrivando da Corso Tintori, sbuco in piazza Santa Croce cercando di isolare in suo splendore dalla crosta di letame che la ricopre. La piazza che nel 1530 vide i fiorentini giocare una storica partita di calcio col precipuo scopo di irridere le truppe imperiali che assediavano la città , è oggi invasa dalle scorie di questa epoca nefasta.
Sulle scale davanti alla chiesa, ragazzini urlanti, vestiti come scarti sociali di Harlem, si atteggiano con pose scimmiesce a duri del ghetto, imbenzinandosi di alcol da due soldi comprato al minimarket pakistano più vicino. Vedo bottiglie vuote di birra e vodka dai nomi mai sentiti prima, presumibilmente edibili quanto lo sverniacitore per le porte. Stanotte rigozzeranno l’anima e domani piangeranno per i postumi della merda che hanno ingurgitato e bestemmieranno il Cristo e giureranno di non farlo mai più. Ma lo rifaranno dopodomani.