Categoria: Società e attualità

SocIetà si scrive con la “i”, bifolchi!

Bambini al cartoccio

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Sezione: Usi e costumi

Quando avevo un mese, i miei provarono a lasciarmi in auto per ore sotto il sole, il 20 di luglio, per disfarsi di me. Non ha funzionato. Sono miracolosamente sopravvissuta, nonostante l’indifferenza e l’omertà dei passanti, giustamente troppo impegnati ad abbuffarsi di rigenerante gelato, per occuparsi di una bimba abbandonata a 45 impietosi gradi.
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Reduci da questo fallimento i miei hanno quindi provato a farmi avvicinare alla Chiesa ed affidare la mia crescita spirituale e materiale ad un prete. Con me però non funzionò neppure la pedofilia. Anzi, creò loro altre grane, visto che il prete mi denunciò per molestie sessuali e i miei genitori furono costretti a pagare una cospicua cifra di denaro alla Chiesa, per mettere il tutto a tacere.
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Decisero quindi di darmi in affido temporaneo ad una famiglia di Cogne. La signora Annamaria era veramente carina con me. Quasi mi dispiace di averle corretto il latte con il mio metadone, dopo mesi di messaggi subliminali notturni con cui le suggerivo di uccidere granguignolescamente il figlioletto.
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Comunque i miei le hanno provate veramente tutte per sbarazzarsi di me. Hanno distrutto una dozzina di lavatrici tra il 1984 e il 1986. Il tecnico disse che avevo la pelle troppo dura e che neanche il Calfort può niente in questi casi. Provarono allora ad aggiungere una bustina di Coloreria Italiana dentro il cestello, ma quando videro che non ero diventata neanche nera, ottima scriminante per l’abbandono in autostrada, decisero di arrendersi.

LAYDO SUPPORTA BIGAZZI E I PIATTI A BASE DI GATTO!!!

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Sezione: Natura ed ecologia, Usi e costumi

Oggi, 15 febbraio 2009, una data segnata dall’infamia, il benemerito Giuseppe Bigazzi è stato improvvisamente ed intenzionalmente sospeso da La Prova del Cuoco, noiosossima trasmissione per vecchie casalinghe annoiate relegate in cucina, che aveva come unica attrattiva la presenza del suddetto Bigazzi.

Amante del bene mangiare e del bene bere, come ogni toscano degno di questo nome, il buon Bigazzi negli anni ha più volte messo nero su bianco questa sua passione pubblicando diversi libri, scrivendo su rubriche di gastronomia e ricevendo innumerevoli riconoscimenti. Insomma, non un pestamerde qualsiasi tipo gli opinionisti della De Filippi o i grandi giornalisti di Mattino 5, ma un competente, genuino e schietto divulgatore della divina arte culinaria.

E perchè mai i dirigenti della Rai avrebbero deciso di sospendere Bigazzi?

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Nonno Fiorucci: opere e analisi ragionata

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Sezione: Usi e costumi

In un periodo di forte scontro tra fede e laicità, che coinvolge il nostro paese sotto il punto di vista sia sociale che politico, poteva forse Laydo non occuparsi dell’argomento?

Potevo forse io non pronunciarmi in merito, cercando allo stesso tempo di inoculare a viva forza un po’ di coatta erudizione nelle vostre testoline di guano, tanto obnubilate dalle vacue facezie televisive quanto impermeabili agli stimoli della cultura?

Ecco quindi che, nell’arduo tentativo di digrezzare voi marrani e contemporaneamente dimostrare tutto il mio apprezzamento alla religione e alla Santa Sede, ho deciso di recuperare uno dei nostri primi articoli, datato 15 settembre 2008,  rivederlo e ampliarlo con una più approfondita analisi di un personaggio purtroppo omai defunto, ma che le sue stesse opere hanno consegnato all’immortalità, in un tripudio espressionista che non trova eguali nemmeno nella produzione di Fritz Lang o Robert Wiene. 

Chi lo conosce avrà quindi un’occasione in più per godere ancora della sua magnificente opera. Chi non lo conoscesse può invece, grazie a questa piccola antologia, mettere una pezza alle sue gravi carenze culturali da burinissimo italiano medio.

I primi otto video sono considerati un po’ l’opera magna del Fiorucci. La qualità audio e video non sono delle migliori, ma ciò non preclude minimamente il valore artistico e umano di queste opere, fortunatamente giunte fino a noi.

Vogliamo quindi ripercorrere la sua produzione, evidenziando i punti salienti delle creazioni di un artista, purtroppo escluso dal gotha del mondo dell’arte e ostracizzato dalla chiusura mentale e dall’esasperato, e spesso falso, accademicismo che va oggi per la maggiore nei più blasonati atelier di presunti artitisti.

Ripercorriamo quanto il Maestro ci ha donato, con la grata consapevolezza del fatto che solo chi è ricco può permettersi di donare.

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Mattino 5

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Sezione: Oggi offendiamo...

Scusatemi! Non voglio monopolizzare il sito.  Lo so, è già il mio terzo articolo di fila. Mi scuso vivamente con chi attende le analisi dell’esperto, le recensioni culinarie o le puttanate di Debby Fashion, ma questo è troppo.

Una volta ho visto un sudato  lardoso seminudo con le emorroidi come grappoli d’uva, la piorrea, la psioriasi e la maglietta dei Dari, che abusava sessualmente di un cane morto. Bè… è la seconda cosa più schifosa che abbia mai visto.

In un paese di giornalisti appecoronati al potere, schiavi del sistema e strumentalizzati dai grandi padroni, è bello vedere che qualcuno tenta di affossare ancora di più la dignità della categoria, ignorando deliberamente che il proprio lavoro sia dare delle notizie e non fare propaganda e scadente opinionismo da parrucchiera per signore.

Ed è così che i nostri prodi reporter di Mattino 5, sputando grumi gialli sulla tomba dei compianti Biagi e Montanelli, ci regalano un raro esempio di pseudogiornalismo che farebbe la sua degna figura su Cioè, Top Girl o qualunque altra pubblicazione diretta ad un target di lobotomizzati col pennato.

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Le catene di sant’Antonio

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Sezione: Oggi offendiamo...

E insomma, di mentecatti il mondo è pieno, ma oggi voglio prendermela con un’infima categoria di debosciati che su internet hanno trovato terreno fertile per molestare i normali, con continue ed assillanti dimostrazioni del proprio ritardo mentali: i ceppiconi che spediscono le catene di san’Antonio.

E prima ti arriva quella che devi mandare il messaggio almeno a venti persone, sennò MSN (o Facebook nella variante più moderna) diventa a pagamento, poi ti arriva quella del bambino nato senza culo che ha urgentemente bisogno di soldi per farsi operare prima di esplodere in un tripudio di feci, poi c’è quella che devi inviare 98097967685 mail per avere fortuna altrimenti sarai perseguitato dalla sfiga, poi riapri la posta e ti ritrovi quella col bel pensierino moralista sul volersi bene o sul non bere prima di guidare, per non parlare di quella che ti dice di conservare gli scontrini per darli a qualcuno di non meglio precisato che li darà a qualcun’altro che li darà a qualcun’altro ancora e che quando saranno tanti ci compreranno una carrozzina per un bambino handicappato, o di quella contro contro la guerra che la devi mandare per forza perchè sennò sei uno schifoso guerrafondaio ed è anche colpa tua se in qualche zozzo paese del centrafrica la gente si scanna col machete.

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Il vomito

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Sezione: Usi e costumi


Non è sensazionale come qualcosa che ci appare succulento e appetitoso al momento della sua ingestione, possa diventare, nel giro di pochi minuti, ripugnante a vedersi e odorarsi, se espulso oralmente prima della regolare digestione?

Il vomito come emblema della volubilità umana!

O forse invero ci rivela la realtà ingannevole delle cose che, dopo averci tentato, svelano la loro vera natura, come a volerci rendere coscienti della nostra scarsa comprensione dell’esistenza. Un’idea che porta quasi a sottolineare lo stato di una realtà intrinsecamente marcia e ributtante che cerchiamo di addolcire, non volendola vedere e accettare, con incosci artifizi volti a costruirci intorno un illusorio stato delle cose.

Analogamente a quanto ci insegna Platone col suo mito della caverna, potremmo anche ipotizzare che il cibo prima dell’ingestione rappresenti una fallace pararealtà in cui siamo costretti e che invece il cibo rigettato rappresenti la realtà raggiunta con grandi sforzi (specialmente di diaframma) da chi riesce a liberarsi dal giogo dell’illusione, ma sgradita e osteggiata dalla massa, reazionaria e meno illuminata.

Dopo Cassandra derisa per le sue rivelazioni sul cavallo di Troia e Galileo condannato per la sua teoria di copernicana memoria sul moto dei corpi celesti, chiaramente anche il sottoscritto si trova ad essere incompreso per le sue considerazioni revisioniste sul vomito. Da sempre chi è illuminato ed avanti coi tempi si trova a doversi scontrare con l’ignoranza e la chiusura mentale della incolta massa.

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Laydo e gli oscuri retroscena delle ricerche su Google (parte II)

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Sezione: Usi e costumi

gugol21.jpgViva Google!

Son passati nemmeno quattro mesi dal primo articolo dedicato ai gusti e alle ricerche private degli internauti su Google. Memorabili le ricerche del diretto “voglia di pene”, del probabile giapponegro che cerca “assorbenti usati”, del raffinato cinefilo estimatore di Culo Caverna e di svariate altre ricerche elencate nell’articolo, ma già se ne richiede un secondo, vista la mole di nuove ricerche a dir poco degne di nota.

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De arte eloquentia

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Sezione: Usi e costumi

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Pensando a personaggi illustri quali Demostene per poi incontrare, nel corso dei secoli, i vari Cicerone, Savonarola, i grandi oratori della rivoluzione francese o i più recenti dittatori europei del ‘900, la cui favella spingeva milioni di persone a farsi ammazzare senza motivo alcuno, non v’è ombra di dubbio che la parola sia di gran lunga l’arma più potente, se sostenuta da una sapiente dialettica e magari da un po’ di tequila.

Una buona oratoria può muovere le masse, guidare le opinioni e addirittura far allargare a dovere le cosce dell’aspirante modella ritardata, appena rimorchiata in qualche locale di presunti vip, con mendaci promesse di sicuro successo.

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La Merda

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Sezione: Usi e costumi

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E mentre ch’io là giù con l’occhio cerco,
vidi un col capo sì di merda lordo,
che non parea s’era laico o cherco.

Dante Alighieri, Inferno, XVIII, 114-116

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Quale miglior simbolo della globalità, dell’uguaglianza, della caducità dell’essere e della sua ciclicità?

La merda è vita! La merda è morte! La merda è l’humus da cui risorge la vita come araba fenice.

La merda è prodotto e rifiuto. L’emblema di un riciclaggio perfetto che da anni perseguiamo. La merda è l’indispensabile anello di congiunzione nelle più svariate catene biologiche.

La merda è repellente. La merda è attraente. La repulsione che suscita va di pari passo con la lercia soddisfazione che si prova a discuterne e ad avventurarsi in scabrosi particolari.

La merda è un rifiuto. La merda è un valore. La merda è la prima cosa che il bambino considera come un bene, di cui far dono alla madre, come insegna quel depravato di Freud.

Ma la merda è qualcosa che noi rifiutiamo, espellendola? O è la merda a rifiutarci, andandosene dal nostro corpo?

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Natale coi Dari

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Sezione: Oggi offendiamo...

Non era facile eh… il mondo era scettico e i più credevano che non fosse possibile.

Invece i quattro ragazzi, a cui è bastata la prima canzone per stabilire un nuovo record di squallore nella musica italiana, riescono nell’impresa più disperata mai tentata da alcuno: scrivere una nuova versione di Wale (Tanto Wale) che faccia ancora più schifo dell’originale.

La sfida viene ampiamente vinta, perlatro con la sicurezza di chi non teme fallimento, andando ad intervenire sull’aspetto della canzone più ributtante e ignobile: il testo. Chi non avesse presente di che abominio siano stati capaci, si legga questo articolo, si ascolti la canzone e poi cerchi di immaginarsi qualcosa di ancora peggio.

Provateci ma sarà comunque ben lungi dalla realtà.

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